International Transport Forum, ECF: “congestion charge per finanziare la ciclabilità”

International Transport Forum, ECF: “congestion charge per finanziare la ciclabilità”

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E’ terminato venerdì scorso l’International Transport Forum, il summit annuale a cui hanno partecipato i 53 ministri del Trasporti aderenti all’OCSE. Il tema di questa edizione, tenuta a Lipsia, in Germania, era la ripartizione dei fondi per infrastrutture e progetti in materia di trasporti, particolarmente delicato in virtù della crisi economica e dei tagli alla spesa pubblica con cui dovranno misurarsi molti governi. Per l’Italia, il Ministro Maurizio Lupi era rappresentato dal sottosegretario Rocco Girlanda.

L’ECF (European Cyclists’ Federation), dopo aver inviato a tutti i Ministri una lettera aperta chiedendo di impegnarsi concretamente nel mettere a bilancio strategie di pianificazione e promozione della mobilità ciclistica, per porre un freno al problema dell’inquinamento e della congestione dal traffico dei centri urbani, ha illustrato qualche esempio di finanziamento della ciclabilità con i proventi di forme di tassazione del traffico motorizzato, senza dover ulteriormente mettere mano alle casse pubbliche. Gli esempi di riferimento sono quelli di Londra, Anversa e Milano, accomunate dalla presenza di un’area urbana centrale detta “congestion charge” (a Milano Area C) in cui il passaggio delle auto è fortemente scoraggiato dal pagamento di una tassa di ingresso (10 sterline per Londra, 5 per Milano).

E’ grazie a questi introiti che l’amministrazione della City, dall’introduzione nel 2003, è riuscita a mettere a bilancio diversi programmi per favorire l’uso della bicicletta, aumentato in 10 anni del 70%. I recenti investimenti, su tutti il biciplan da 1 miliardo di sterline (che sarà probabilmente ritoccato in negativo), lasciano supporre che la percentuale crescerà ulteriormente anche nei prossimi anni.

Stesso discorso per Anversa, in Belgio, in cui dal giorno dell’introduzione della congestion charge, dieci anni fa, il Comune ha incassato circa 27 milioni di euro che ha successivamente reinvestito in programmi per la mobilità sostenibile e per il bike sharing. Anche grazie a queste politiche Anversa è stata riconosciuta la settima città più bike friendly del mondo dalla prestigiosa classifica Copenhagenize Index 2013.

In misura minore, vista anche l’introduzione abbastanza recente, nel 2012, è ciò che sta accadendo a Milano, in cui il servizio di bike sharing BikeMi ed il potenziamento del trasporto pubblico sono finanziati con i soldi provenienti dall’Area C. Va specificato che il bike sharing milanese, a differenza di quello di Londra, non può contare su una maxi-sponsorizzazione da parte di una banca. I primi effetti si sono comunque visti: il traffico delle auto è stato ridotto del 31% solo nel primo anno (circa 41 mila veicoli in meno) e il bike sharing ha registrato una crescita continua di abbonamenti.

Secondo l’ECF tassare, e quindi limitare, il traffico motorizzato per favorire l’uso della bicicletta rappresenterebbe una soluzione “win win”, ovvero in cui, almeno in teoria, tutti ci guadagnano. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il consenso, e convincere le persone finora abituate ad utilizzare l’auto anche per gli spostamenti più brevi è anch’esso compito, forse il più difficile, degli amministratori.

Foto | Milano Cycle Chic

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