Mobilità

Milano, un manuale di progettazione dello spazio pubblico esempio per tutta Italia

Milano, un manuale di progettazione dello spazio pubblico esempio per tutta Italia

Milano si conferma capitale dell’innovazione del nostro Paese, tanto che per la prima volta viene pubblicato un manuale contenente le linee guida per la progettazione dello spazio pubblico: uno straordinario passo avanti non solo per la città, ma per tutti i Comuni italiani che potranno prendere spunto dal capoluogo lombardo.

La pubblicazione, un manuale di oltre 100 pagine, contiene al suo interno le indicazioni indispensabili per progettare e ripensare le strade di Milano. Tra le prime righe del pdf, consultabile gratuitamente qui, si legge di come il cambiamento auspicato dall’amministrazione comunale debba passare “inevitabilmente dalla necessità di trasformare gli spazi della strada in luoghi, attraverso interventi in grado di generare strade vivibili, complete, per tutti, che individuino la centralità del muoversi in città in maniera sana e attiva, integrata con la natura, e che incentivino l’esperienza interattiva e sociale attraverso l’uso di tecnologie innovative e di materiali a ridotto impatto ambientale, favorendo lo sviluppo di un’economia circolare”.

Una frase semplice, che racchiude appieno gli obiettivi del manuale e dell’azione amministrativa, perché come abbiamo sempre sostenuto su queste pagine digitali, le strade appartengono alle persone, e cambiare il modo in cui queste vengono realizzate e vissute significa cambiare il volto di una città.

Queste linee guida erano attese ormai da tempo, la loro pubblicazione è stata tanto gradita quanto inaspettata, anche perché consentono finalmente di mettere ordine nella giungla di interventi che riguardano le strade di Milano.

Nel manuale si parla finalmente di adattamento climatico delle città, di drenaggio sostenibile delle acque, di depavimentazione, di abbattimento delle isole di calore e di portare la natura in città.

Per quanto concerne gli aspetti legati alla mobilità, si leggono intere pagine dedicate alla mobilità attiva, alla moderazione del traffico e alla sicurezza stradale con l’obiettivo della Vision Zero, anche con esempi pratici di come cambiare l’assetto di una strada per ridistribuire gli spazi tra diverse modalità di spostamento.

Tra le azioni previste si elencano:

  • applicazione di misure per la moderazione della velocità;
  • ottimizzazione della sede stradale in base al contesto e alla funzione della strada in questione, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza per tutti gli utenti di strada e di
  • guadagnare spazi per eventuali riqualificazioni;
  • estensione delle aree pedonali e dei marciapiedi;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali esistenti e previsione di nuovi in base ai flussi e alle linee di desiderio;
  • previsione di corsie riservate al TPL sugli itinerari con numeri elevati di passeggeri;
  • introduzione di connessioni ciclabili, coerenti con la rete esistente, in accordo con le previsioni del PUMS;
  • previsione di stazioni di bike-sharing, posteggi bici, parcheggi e stazioni di ricarica per i mezzi elettrici.

Nelle pagine si parla finalmente di qualità dello spazio urbano, intesa come un obiettivo perseguibile attraverso quattro azioni strategiche: semplificare, ordinare, coordinare e ripensare. Sarà finalmente possibile coordinare le istituzioni attraverso una sorta di “cabina di regia” operativa che funga da osservatorio permanente sul tema urbano e
che possa interfacciarsi anche con i cittadini.

Il manuale non si limita a parlare di oggetti o interventi fisici ma alza l’asticella ai temi dell’inclusione e dell’attivazione sociale, affinché i cittadini si possano riappropriare di spazi e aree, non solo per cambiarli ma per renderli attivi e vivibili, ricostruendo un senso diffuso di comunità. Anche per questo motivo, e anche grazie al progetto Piazze Aperte o al piano periferie, si parla di Milano come città multicentrica, ricca di poli attrattori su tutto il territorio comunale.

Chi pensa che queste linee guida si possono adottare solo a Milano probabilmente si sbaglia, questo perché tutti i comuni italiani, ad accezione di poche realtà davvero virtuose, sono chiamati a cambiare drasticamente strade e spazi pubblici. Non per la velleità di avere strade più belle, che passano da essere colate di asfalto a puzzle di granito, ma per la necessità di riadattare gli spazi urbani ai bisogni della collettività e dell’ambiente, per fronteggiare l’emergenza climatica, sanitaria e sociale che stiamo vivendo.

L’invito per tutti coloro che ci leggono e che sono parte attiva nel cambiamento delle città italiane è quindi di leggere il manuale, studiarlo e capire come applicare le soluzioni proposte nel proprio contesto urbano.

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