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Itinerari in bici ispirati alla seconda settimana del Tour de France

Itinerari in bici ispirati alla seconda settimana del Tour de France

Una prima settimana di gara che son sembrate tre. Il Tour de France 2023 non delude le aspettative: già nelle prime tappe i corridori hanno dato dimostrazione dei valori in campo. Le squadre sono in gran spolvero, le tattiche ben studiate e collaudate – anche se non sempre efficaci.

C’è un poetico, anzi epico! Van Aert che tira tutto il gruppo e c’è il suo capitano, quel Jonas Vingegaard un po’ egoista a Saint Sebastian che sul Tourmalet prima e sul Puy-de-Dôme poi, ha subito lo scacco di Tadej Pogačar. Lo sloveno è scattato in scioltezza e si è lasciato alle spalle la Maglia Gialla.

Ma non siamo qui a parlare di risultati.

Approfittiamo infatti del primo giorno di riposo per scoprire gli itinerari da percorrere in bicicletta ispirati alla seconda settimana del Tour de France.

POGACAR Tadej, VINGEGAARD Jonas  - Col du Tourmalet - Tour de France 2023 Francia
Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard – Col du Tourmalet, crediti A.S.O. | Charly Lopez

La tappa che ha chiuso la prima settimana del Tour de France, la Saint Leonard De Noblat – Puy-de-Dome, è tutta nel nome di Raymond Poulidor, il mitico Pou Pou, l’eterno secondo, amato e idolatrato dai francesi molto più del suo storico rivale Jacques Anquetil. Prima di tuffarci nella seconda settimana lo ricordiamo con una sua bellissima frase che ci manifesta l’amore immenso per la bicicletta: “..Se la vecchiaia è un naufragio, la bicicletta è certamente uno dei modi più sicuri per evitare di annegare…”.

Le regioni e le città della seconda settimana del Tour

Scopriamo allora i percorsi e gli itinerari ispirati alle prossime tappe e partiamo dalla cittadina di Clermont Ferrand, grande protagonista del Tour di quest’anno: destinazione d’arrivo al Puy-de-Dome, presente nella tappa Vulcania – Issoire, luogo del giorno di riposo e quindi partenza dell’undicesima tappa con arrivo a Moulins.

Un “must” in bicicletta da queste parti è la Grande Traversée du Massif Central (GTCM). Creata nel 1995, interessava il sud del Massiccio Centrale, da Clermont Ferrand a Sète (680 km). Nel 2018, la collaborazione tra l’Associazione dei Parchi Naturali del Massiccio Centrale (IPAMAC), Auvergne-Rhône-Alpes Tourisme e la Federazione Ciclistica Francese (FFC), ha esteso il percorso dall’Avallon (Borgogna) fino a Cap d’Agde sul Mediterraneo, attraversando da nord a sud l’intero Massiccio Centrale per un totale di 1.380 km. Progettato in origine per la mountain bike (sia muscolare che con assistenza elettrica), può essere affrontato anche con una gravel, evitando i tratti più impervi della GTMC, con piccole deviazioni su strade secondarie.

L’anello Clermont Ferrand – Volvic – Clermont Ferrand

Di questo lungo itinerario si può compiere un anello avvincente a partire dal centro di Clermont Ferrand, puntando in direzione Volvic (circa 20 km) per percorrere un tratto della catena dei Puys (dal 2018 inclusa nella lista UNESCO dei siti del patrimonio naturale mondiale), un insieme di 80 vulcani che fanno parte dei vulcani dell’Alvernia. Da Volvic si tiene per Riom, capitale culturale dell’Alvernia con un centro storico ricchissimo di monumenti. Da qui si può fare rientro a Clermont Ferrand (circa 25 km) passando per Marsat, Chateaugay e il Col de Bancillon.

I vulcani dell'Auvergne (Alvernia), Francia
I vulcani dell’Auvergne (Alvernia), sulle strade del Tour de France, crediti Clermont Auvergne Tourisme

Un’altra escursione in bicicletta, facile ed appagante, conduce al piccolo borgo verde di Royat che dista meno di venti chilometri da Clermont Ferrand. Ubicata su sorgenti termali naturali, offre una favolosa vista sul paesaggio circostante, ma la vera attrazione del borgo è la spa, grazie alle sue terme ornate e tradizionali e i vivaci giardini alimentati da acque ricche di minerali. Infine, nella città natale dei fratelli Michelin, non può mancare una cena o un pranzo in qualche ristorante stellato, o in una tipica brasserie, per gustare l’alta qualità dei tanti prodotti del territorio.

Dalla Valle della Loira ai vigneti del Beaujolais

La Tappa da Roanne a Belleville-en-Beaujolais può essere vissuta attraverso due stupendi percorsi ciclabili. Roanne si trova sulla Loira, nella parte meridionale del corso del fiume. Da qui si può raggiungere Nevers, a nord, anche in treno e iniziare a pedalare sulla stupenda ciclabile della Loira che si estende per circa 800 km su un percorso riservato, segnalato e protetto dal villaggio di Cuffy (Nevers) fino a St Brévin-les-Pins, sulle sponde dell’oceano Atlantico, a Saint-Nazaire.

In bici nella Loira, Francia
In bici nella Loira, lungo le tappe del Tour de France, crediti D. Darrault – CRT Centre-Val de Loire

Senza difficoltà altimetriche di rilievo, questa ciclabile offre tutti i servizi e le opportunità per godere appieno del paesaggio attraversato: il fiume, i giardini, i Castelli della Loira, le città d’arte e di storia. La Loire à Vélo è parte della sezione ovest di Eurovelo 6. È in fase di progetto l’estensione del percorso ciclabile attrezzato in direzione sud proprio fino alla città di Roanne.

Il Beaujolais

Spostandoci verso il finale di tappa entriamo in una delle regioni vinicole più famose della Francia, il Beaujolais, terra di valli e viti. Il modo perfetto per vivere e conoscere la zona è proprio il viaggio su strada in bicicletta tra i caratteristici borghi immersi nei vigneti.

La regione del Beaujolais ha la sua strada del vino, che è una tratta dalla Strada del Vino della Borgogna, che passa per le principali attrazioni turistiche della regione e si estende per un totale di 140 km.

In bici nel Beaujolais, Francia ©Etienne Ramousse Destination Beaujolais
In bici nel Beaujolais, Francia ©Etienne Ramousse Destination Beaujolais

La zona vitata, situata tra Lione e le prime terre della Borgogna, rivela a nord i dieci cru fiore all’occhiello della regione, che testimoniano a meraviglia la riuscita dell’unione tra il suolo del Beaujolais e il vitigno Gamay. I Beaujolais villages, una delle denominazioni regionali dei vigneti del Beaujolais, propongono vini eleganti e fruttati. Più a sud, alle porte di Lione, i vini della regione coniugano freschezza e golosità immersi in paesaggi collinari, pieni di saliscendi sui 300-400 metri di quota che ricordano un po’ il paesaggio toscano.

Il Grand Colombier protagonista del Jura

Con la tappa numero 13 si entra nel massiccio del Jura, nel dipartimento dell’Ain, un territorio che si distingue per la sua diversità di paesaggi naturali e un ricco patrimonio storico e architettonico.

Dopo il Puy-de-Dome, è il giorno del Grand Colombier, un altro arrivo in quota “Hors Categorie”. Siamo al cospetto di un altro passo leggendario del Tour. Il gruppo scalerà la cima dal versante di Culoz, ma sono ben quattro i versanti da cui si può salire sul Grand Colombier. La vera sfida estrema da queste parti è conquistare il passo da tutti e quattro i versanti, in un toboga di strappi al 20%, rettilinei e tornanti. Il biglietto obbligatorio per ottenere il brevetto ed entrare in questo “club prestigioso” comporta la scalata del passo da ogni lato in un solo giorno. Per questa ragione, il secondo sabato di ogni mese da giugno a settembre la salita viene chiusa al traffico veicolare per consentire ai ciclisti di godersi la scalata in tutta tranquillità.

Grand Colombier, Tour de France 2020 (Francia)
Grand Colombier, Van Aert e Bennet, Tour de France 2020 – crediti A.S.O. | Pauline Ballet

Oltre al Grand Colombier, come detto molto popolare tra i ciclisti in cerca di sfide, l’Ain offre anche greenways come la Viarhôna e la Viasaona. E’ anche il principale dipartimento francese in termini di organizzazione di eventi ciclistici (più di 160 ogni anno).

Le Alpi dell’Alta Savoia e Morzine

Il menu delle tappe 14 e 15 prevede salite e poi ancora salite. Si svolgeranno del dipartimento dell’Alta Savoia con gli arrivi di Morzine e Saint-Gervais-les-Bains.

L’arrivo di Morzine è ai piedi del Col de Joux Plane. Da Samoëns (versante percorso dal Tour) la salita è lunga 11,8 chilometri con una pendenza media dell’ 8,5%. Non scende mai sotto al 7% e molto frequenti sono i tratti con pendenze in doppia cifra. Il record della scalata resiste dal 1997 e appartiene a Marco Pantani, che impiegò solo 32’50” per arrivare in cima.

Ma come ha fatto il Pirata? Noi l’abbiamo scalato in un afoso pomeriggio di luglio, sentendo i morsi delle sue dure pendenze nei nostri polpacci poco allenati. Ci siamo seduti ai bordi del laghetto lassù in cima e abbiamo ripensato a qualche battaglia memorabile su queste rampe. Ci piace ricordare due campioni che non sono più con noi.

Marco Pantani e Fignon, storie di disfatte

Uno è sempre lui, Marco Pantani, ma non parleremo del suo trionfo a Morzine, bensì della sua disfatta. Il 18 luglio 2000 è in programma la tappa Courchevel-Morzine, 196 chilometri di caldo asfissiante e con cinque salite in serie: Saisies, Aravis, Colombière, Côte de Châtillon-sur-Cluses e il durissimo Col de Joux Plane prima della picchiata su Morzine. Armstrong vuole vincere la tappa. Lo comunica ai suoi, che a loro volta fan girare la voce in gruppo, come a dire, “siete avvisate, state buoni”. Non appena la strada inizia a salire, Pantani scatta e fa il vuoto. Armstrong mette la squadra in fila indiana a tirare per andare a riprenderlo. Per quattro ore il Pirata è solo in fuga in mezzo alle Alpi, braccato dal gruppo come un cane randagio. Il distacco non scende, sempre sul minuto e mezzo, fino alla resa proprio ai piedi del Joux Plane. Arriverà al traguardo con oltre tredici minuti. Dopo l’arrivo dirà “Volevo far saltare il Tour, invece sono saltato io. Il prossimo anno tornerò per vincere”. Purtroppo quello sarà il suo ultimo giorno al Tour. Speciale anche nella sconfitta. Questa tappa, insieme all’attacco del Galibier, è un vero manifesto pantaniano.

Ciclisti a Morzine, Alta Savoia - Francia ©SavoieMontBlanc-Agence-Zoom-Thibaut
Ciclisti a Morzine, ©SavoieMontBlanc-Agence-Zoom-Thibaut

L’altra storia che ci conduce a Morzine riguarda i Tour del 1983 e 1984. Entrambe le volte qui in mezzo alle Alpi, in Maglia Gialla c’è Laurent Fignon (sarà bis anche a Parigi). Parigino di nascita, Fignon è un personaggio naïf. Aria da intellettuale, occhialini tondi e codino biondo al vento, lo chiamano il professore. Perderà il Tour dell’89 per soli 8 secondi a favore di Lemond che gli sfila la maglia gialla proprio l’ultimo giorno sui Campi Elisi. E come spesso capita nella vita viene ricordato più per le disfatte che non per i successi. Per conoscere meglio la persona e il corridore e per scoprire qualche aneddoto sul Tour e il ciclismo dei suoi anni non dovete perdere la sua bellissima autobiografia “Eravamo giovani e incoscienti”.

Saint-Gervais-les-Bains e il Monte Bianco

La seconda tappa in Alta Savoia porta il gruppo da Les Gets a Saint-Gervais-les-Bains, con arrivo in salita alla vista del Monte Bianco.

Les Gets si trova sulla Route des Grandes Alpes. Si tratta di un itinerario stradale che parte da Thonon-les-Bains sul lago di Ginevra ed arriva in costa Azzurra a Mentone. Il percorso è lungo 684 km per un dislivello di oltre 15.000 metri. È una traversata epica dell’arco alpino francese, che consente di valicare da nord a sud, 16 passi, tra i cui alcuni mostri sacri della storia del Tour: Iseran, Galibier, Izoard, Vars, Bonette. È un viaggio “on the road” fantastico, una vera e propria avventura da vivere e sudare in sella alla propria bicicletta. Da anni è segnato sul nostro diario. Prima o poi lo pedaleremo.

Da Les Gets la tappa passa sulle sponde del lago di Annecy, altra piccola perla dell’Alta Savoia. Per chi ama abbinare le due ruote alla tavola anziché alle salite, c’è un altro stupendo itinerario a portata di bicicletta. Il tour è denominato “Vélo & Fromages, la France sur un plateau (Bici e formaggi, la Francia sul piatto); fa parte di un progetto nazionale del 2019 per far conoscere il patrimonio caseario francese. La bicicletta permette di scoprire in tutta tranquillità il massiccio dei Bauges, con soste, visite e degustazioni nei suoi caseifici. La difficoltà del percorso è medio-facile, con una lunghezza di 55 chilometri per 650 metri di dislivello.

Lago di Annecy, itinerario ispirato al Tour De France, Francia ©SavoieMontBlanc-Chabance
Lago di Annecy, ©SavoieMontBlanc-Chabance

Superata la linea di arrivo di Saint-Gervais-les-Bains, il gruppo osserverà il secondo giorno di riposo. Dopo una settimana di salite alpine con arrivi in quota impegnativi, i corridori tireranno un attimo il fiato, anche se molto probabilmente non potranno gustarsi un bel tagliere di formaggi di malga davanti a un bel rosso di Borgogna.

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