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Caldo anomalo in Antartide: per Omar Di Felice sfuma la conquista del Polo Sud in bici

Caldo anomalo in Antartide: per Omar Di Felice sfuma la conquista del Polo Sud in bici

“Omar your time is over”. L’ultraciclista Omar Di Felice ha ricevuto questo messaggio nel cuore dell’Antartide a pochi chilometri da Thiels, mentre stava pedalando e spingendo la bici da oltre 12 ore: per motivi di sicurezza ha dovuto terminare la sua avventura alla conquista del Polo Sud dopo 48 giorni e 716,5 chilometri trascorsi. Il “caldo anomalo”, con temperature sottozero comprese tra -10°C e -25°C, hanno reso la neve poco compatta e molto difficile da percorrere per la bici e il rimorchio-slitta.

Inoltre la finestra utile per completare l’impresa – già decurtata di 8 giorni all’inizio per condizioni meteo avverse, ndr – si era molto ridotta e non sussistevano le condizioni per poter portare a termine in sicurezza il progetto Antarctica Unlimited nei tempi ipotizzati. Quindi sfuma, per la seconda volta, la conquista del Polo Sud in bici per Di Felice.

Omar Di Felice Antartide sfuma conquista Polo Sud in bici
Omar Di Felice e la sua bici in Antartide: stop forzato e termine dell’impresa

Omar Di Felice: sfuma la conquista del Polo Sud in bici

“Sapevo che stava giungendo il momento della fine e sapevo che per motivi di sicurezza non sarei potuto andare oltre. Non potendo più raggiungere il Polo entro la fine della stagione sono dovuto rientrare a Thiels. Ho scelto di non prendere un aereo per spostarmi al Polo per pochi giorni residui: voglio concludere quest’avventura così come l’ho cominciata, solo con la forza delle mie gambe, del mio cuore e della mia mente”, scrive Di Felice sul suo profilo Facebook annunciato la fine di questa avventura.

“Sono orgoglioso di ogni singolo metro”

E, ancora: “Perdonatemi, quindi, se non riesco a sentirmi sconfitto, anzi. Al contrario sono orgoglioso di ogni singolo metro di questi 716.5 km percorsi, vivendo costantemente tra -10ºC e -25ºC, affrontando i feroci venti catabatici. Per 48 lunghissimi giorni ho vissuto ed esplorato il luogo più estremo del Pianeta. Ho pedalato, spinto, sofferto. Ho riso, pianto, gioito. Ho vissuto l’esperienza più incredibile della mia vita, realizzando il mio sogno più grande ma, soprattutto, ho imparato una cosa: il vero obiettivo è stato ciò che l’Antartide mi ha lasciato dentro. Il punto di arrivo è solo un dettaglio. Sono riuscito a rimanere qui fino all’ultimo secondo che mi è stato concesso, senza mai mollare neanche nei momenti più duri: ho dato tutto”.

“Un pezzo di vita che non dimenticherò mai”

“Sapete perché non riesco a essere triste? Perché tutto ciò che ho vissuto è dannatamente più grande di qualunque record. Per gli amanti dei numeri, questa sarà la seconda distanza più lunga percorsa in bici in Antartide (80% pedalato secondo un primo calcolo), ma per me è un pezzo di vita che non dimenticherò mai. Ora non vedo l’ora di sedermi e iniziare a scrivere la storia riannodando i ricordi ancora vivi nella mia mente”, sottolinea Di Felice.

“La più grande avventura che io abbia mai vissuto”

In conclusione, Di Felice ringrazia tutti coloro che hanno vissuto al suo fianco questi 48 giorni, seguendolo sui social e inviandogli messaggi di sostegno per la sua pedalata estrema e dice grazie “a chi ha lavorato con me a questo sogno, a chi ha contribuito negli ultimi anni alla realizzazione di quella che resterà la più grande avventura che io abbia mai vissuto in sella alla mia bicicletta”.

La sensibilizzazione sull’emergenza climatica

Un’impresa che aveva come obiettivo principale quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’emergenza climatica. Risultato evidentemente raggiunto, visto che proprio le conseguenze del “caldo anomalo” in Antartide e i forti venti catabatici hanno prodotto lo stop forzato.

48 giorni che resteranno unici, come sottolinea Omar Di Felice: “Non tutte le ciambelle escono col buco”. Aggiungendo una postilla finale: “Ma, talvolta, l’apparente imperfezione può avere un sapore dolcissimo”.

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