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Cosa succede se ti fumi una canna con il nuovo Codice della Strada

Cosa succede se ti fumi una canna con il nuovo Codice della Strada

Le modifiche al Codice della Strada recentemente approvate alla Camera e attualmente in discussione al Senato impongono un giro di vite nei confronti di chi usa stupefacenti alla guida. Detta così sembra una cosa positiva, ma per capirne il significato concreto occorre inserirla nel suo contesto e per questo partiamo da una storia realmente accaduta.

Siamo nell’aprile 2011, Carlo (il nome è di fantasia) ha 22 anni. È un lunedì pomeriggio e tornando a casa in moto si ritrova coinvolto in un incidente, per fortuna senza gravi conseguenze: solo una caviglia rotta.

Al pronto soccorso, come da prassi, gli agenti della Polizia Municipale che hanno accertato il sinistro richiedono il test per alcool e droga; Carlo ha fumato cannabis due giorni prima, e nelle urine ve n’è ancora traccia.

Scatta immediatamente la sospensione cautelare della patente e il sequestro del veicolo; dopo un mese viene contattato dalla Polizia Locale che gli notifica l’apertura di un procedimento penale e l’obbligo di presentarsi alla commissione medica per ulteriori esami e accertamenti, esami che vengono rifatti con esito negativo per l’urina, ma positivo per l’esame del capello; Carlo, ovviamente, deve rivolgersi a un avvocato per averne la necessaria e costosa assistenza.

Passano i mesi e si arriva all’aprile dell’anno successivo: dalla questura comunicano la decadenza del procedimento penale in quanto le quantità di THC rilevate non erano tali da far supporre lo stato di alterazione al momento dell’incidente.

Carlo, tuttavia, è ormai schedato come tossico (perché l’erba viene considerata alla stregua dell’eroina) e il suo destino si gioca tra ASL, SerT e Motorizzazione. Dopo un anno e mezzo seconda commissione medica, nuovi esami (che costano 500 euro ciascuno, tutti a suo carico e alla fine saranno sette) e riconsegna della patente con validità sei mesi, poi nuova commissione, nuovi esami e patente confermata per un anno, poi due, poi tre, poi cinque. Ad oggi di anni ne sono passati ormai tredici, Carlo ne ha trentacinque e non ne è ancora fuori.

Questo è quanto succede con la legge attuale: ma cosa accadrà con le modifiche del Disegno di Legge di modifiche del Codice della Strada recentemente approvato alla Camera? Nel nuovo ordinamento, Carlo, oltre a tutto quello che ha passato, sarebbe anche soggetto all’articolo 187 e quindi dovrebbe anche ricevere un’ammenda da 1500 a 6000 euro, arresto da sei mesi a un anno, sospensione della patente da uno a due anni; per finire davanti a un giudice in un procedimento penale.

La riforma del Codice della Strada in discussione in questo momento al Senato, infatti, toglie dall’art.187 ogni riferimento allo ‘… stato di alterazione psico-fisica’, così che sarà punita la semplice assunzione di sostanze stupefacenti indipendentemente dall’effetto di alterazione (lo sballo) sussistente al momento del controllo.

Il perché lo spiega il testo di accompagnamento al DDL in un linguaggio forse poco comprensibile ma sinistramente preciso: “… porre rimedio alle difficoltà operative riscontrate nella contestazione dell’illecito della guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti […]. Nello specifico, si supera lo stato di alterazione psico-fisica come presupposto per tipizzare la fattispecie penale, che determinava di fatto la non punibilità di condotte particolarmente pericolose per l’incolumità pubblica”.

Che, tradotto in lingua corrente, significa che, poiché non si riusciva se non in casi particolari a dimostrare in modo oggettivo lo stato di alterazione psico-fisica e quindi il procedimento penale difficilmente poteva essere attivato, allora si è passati a identificare come condotta “… particolarmente pericolosa per l’incolumità pubblica” l’avere nel proprio corpo tracce di sostanze stupefacenti, a prescindere dalla concentrazione e dal fatto che questa possa effettivamente influire sulle capacità di guida. Evidentemente il calvario imposto a Carlo non è ritenuta punizione sufficiente, ci vuole per forza la galera.

La logica è dunque quella di punire senza proporzione chiunque sia entrato in contatto per qualunque motivo con delle sostanze stupefacenti anche, lo ripetiamo, in assenza di stato alterato, e questo fa utilizzando la riforma del Codice della Strada come una clava; anche a costo di rovinare per sempre la vita di qualche ragazzo o ragazza che non ha fatto del male a nessuno.

Davvero non si capisce cosa c’entri tutto questo con la sicurezza stradale: ma forse il punto non è più la sicurezza stradale.

Carcere
credits Robert Crow (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/us/)

Commenti

  1. Avatar Claudia ha detto:

    Ottimo articolo che aiuta a diffondere una sana cultura giuridica. Grazie

  2. Avatar Carlo Alberto Dondona ha detto:

    Complimenti per il coraggio a scrivere e pubblicare questo articolo

  3. Avatar Daniele ha detto:

    Il punto non è mai stata la sicurezza stradale, anche perchè senò non si produrrebbero norme che incrementano gli incidenti e i morti in strada. Come le ultime novità del nostro caro ministro.

  4. Avatar Adriano ha detto:

    Esattamente

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