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Rivoluzione Ciclabile a Parigi: il ruolo chiave delle associazioni

Rivoluzione Ciclabile a Parigi: il ruolo chiave delle associazioni

Parigi è una delle città che più di ogni altra sta stupendo per la propria capacità di cambiare pelle trasformandosi da città autocentrica e ipertrafficata, in una città in cui l’uso della bicicletta e dell’andare a piedi è sempre più abitudine comune dei suoi abitanti. Questo cambiamento non è arrivato dal nulla, ma porta una firma ben precisa, quella della sindaca in carica: Anne Hidalgo.

Hidalgo non ha mai fatto mistero infatti dei propri piani per ridurre la presenza delle automobili in città. Questo è coinciso, tra l’altro, la creazione di un’importante rete ciclabile, con interventi iconici come quello su Rue de Rivoli e sulle sponde della Senna liberate finalmente dalle automobili.

Il segreto del successo della Hidalgo nel riformare la mobilità cittadina e la gestione degli spazi è stata sicuramente frutto di una visione lucida e di azioni conseguenti per la costruzione di infrastrutture. Ma anche dalla creazione di un’attenta attività diplomatica con le associazioni locali per integrare l’operato dell’amministrazione e per garantire una rete di supporto e di consenso.

Come il Comune di Parigi “usa” le associazioni

Charlotte Guth, Direttrice delle Infrastrutture Ciclabili della Città di Parigi, ne ha spiegato la dinamica durante la sua presentazione a Velo-City: a Parigi esiste un grande numero di associazioni che si occupano di promuovere l’uso della bicicletta, sia facendo pressione sull’amministrazione per avere infrastrutture e sicurezza, sia per assistere i cittadini per soddisfarne i bisogni.

Charlotte Guth sul palco di Velo-City

Nel progetto di trasformazione della città, queste associazioni sono convocate all’interno di due commissioni, entrambe presiedute dall’assessore alla mobilità, con il compito di consigliare la politica sulle azioni da intraprendere.

La Commissione Infrastrutture Ciclabili si riunisce una volta ogni 4/6 settimane. A questo tavolo vengono sottoposte proposte le soluzioni tecniche per ricevere i feedback da parte delle associazioni e ottenere suggerimenti per migliorarsi.

La Commissione Politiche Ciclabili si riunisce invece ogni 6 o 8 settimane e si occupa di politiche di mobilità che non riguardano le infrastrutture ma, piuttosto, temi più ampi come la convivenza con il trasporto pubblico e con i pedoni, eventi, eccetera.

Cosa fanno le associazioni di ciclisti a Parigi

Alcune associazioni locali sono state attivate per organizzare dei workshop in tutta la città per insegnare a riparare le biciclette che, nel solo 2023, hanno formato più di 14.000 persone. Queste associazioni si occupano anche di recuperare biciclette abbandonate, di rimetterle in funzione e destinarle alle persone più svantaggiate, per un totale di oltre 1.350 biciclette rimesse in circolazione in un solo anno.

Inoltre circa una ventina di associazioni si dedicano invece a insegnare ai Parigini (bambini, adulti, disabili, anziani) ad andare in bicicletta o a tornare in sella per garantire al maggior numero di persone possibile l’accesso alla mobilità leggera.

E poi ci sono feste e festival organizzati su tutto il territorio cittadino tra cui:

  1. La Convergence: un festival dedicato al ciclismo urbano che nel maggio 2024 ha coinvolto più di 3.500 persone;
  2. The Place aux Velos Festival, per celebrare l’attività svolta dalle ciclofficine e la cultura della ciclabilità;
  3. Car Free Respire Day, per avvicinare i cittadini all’idea di abbandonare l’automobile e scegliere altre forme di trasporto.
  4. Una decina di fiere della bicicletta più o meno grandi ed eventi locali di ogni tipo.

Il supporto del Comune di Parigi

Per far funzionare le attività delle associazioni ovviamente serve tanto impegno da parte dell’amministrazione comunale, come previsto dal Biciplan 2021-2026, che si concretizza in:

  • un budget di circa 500.000 €/anno per supportare economicamente le associazioni e la loro operatività;
  • supporto tecnico per trovare cofinanziatori e luoghi in cui operare;
  • bandi per l’erogazione di servizi.

Come sostiene la Guth, tutto questo si rende necessario perché le associazioni fanno quello che la città non può fare in autonomia. E, soprattutto, garantisce una presenza delle associazioni nel controbilanciare gli attacchi sulla stampa locale provenienti da chi si oppone ai progetti di cambiamento.

Insomma, se Roma non è stata costruita in un giorno, neppure Parigi ha cambiato le proprie strade con la sola forza di volontà.

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Commenti

  1. Avatar Paolo Gaffu ha detto:

    Penso che questo modo di approcciarsi al problema, e conseguentemente alle soluzioni, valga in proporzione molto di più dell’intervento tecnico in sè. Lavorare con le associazioni, collaborare, far sentire importanti e coinvolti i cittadini che hanno a cuore le tematiche, è fondamentale per creare una base solida di cittadin@ che sostengano le politiche amministrative e le scelte a livello locale. Purtroppo nella mia città, questo avviene molto, molto, molto, raramente

  2. Avatar Simone ha detto:

    Aspetto i commenti: “Parigi non è Roma”…

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