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L’azienda di trasporto pubblico che paga i dipendenti per andare in bici al lavoro

L’azienda di trasporto pubblico che paga i dipendenti per andare in bici al lavoro

Le biciclette danno un importante contributo a una mobilità urbana più sostenibile. L’aria ringrazia. C’è chi ti incentiva a pedalare, anche tra casa e azienda. Il programma Bike to work di Start Romagna, azienda riminese del trasporto pubblico, premia gli spostamenti in bici dei dipendenti con 20 centesimi a Km. E WeCity, l’impresa che registra percorsi, impatto sulla CO2 ed eroga i bonus, vede crescere il suo business.

Riduzione del traffico dei veicoli privati, incentivo all’uso dei mezzi pubblici e di mezzi ecologici.
Sono obiettivi comuni in molti comuni italiani, in particolare nelle città strette dal morso del traffico, con una sensibilità ecologica in crescita. Se pensiamo a Rimini, non ci vengono in mente ingorghi e inquinamento. Eppure. Strade con traffico pesante, tir in città, veicoli dei vacanzieri e dei frequentatori mordi e fuggi, un polo fieristico con un fitto calendario eventi internazionali…

Nei piani urbanistici, c’è il potenziamento della rete ferroviaria. Ma si punta anche sui pullman. Start Romagna, la società del trasporto pubblico, vuole razionalizzare e migliorare il servizio, riducendo l’impatto ambientale dei suoi mezzi. L’azienda gestisce da 12 anni un’area di oltre 6mila km2, collega 71 città, con una flotta di 600 veicoli, tra autobus urbani ed extra, scuolabus, mezzi a trasporto rapido, su corsie preferenziali ed elettrici, due traghetti per auto e passeggeri e un’area parcheggio.

Regioni, comuni e aziende insieme

A Rimini, Start Romagna ha aderito all’iniziativa del Comune, che partecipa al progetto regionale “Bike To work”. L’obiettivo della Regione Emilia Romagna è favorire la mobilità sostenibile e dare impulso alla mobilità ciclistica, nei centri con almeno 50.000 abitanti, in zone interessate al superamento dei limiti di qualità dell’aria.

Una parte dei fondi necessari la finanzia la regione, il resto i Comuni. Per spingere all’acquisto di nuove ebike e alla rottamazione dell’usato, si concedono bonus acquisti. Poi ci sono gli incentivi chilometrici, un tanto a km pedalato, erogati ai privati cittadini o ai dipendenti di aziende. Un modo per stimolare comportamenti virtuosi ed evidenziarne l’efficacia, con la possibilità di visualizzare la riduzione delle emissioni di CO2.

Al lavoro in bici: le strategie dell’azienda trasporti locale

Start Romagna Bus elettrico Rimini

Ai suoi 960 dipendenti, tra autisti, meccanici e impiegati, la società del trasporto pubblico di Rimini ha lanciato l’iniziativa Bike to Work Rimini – Start Romagna, per invogliarli a usare la due ruote per il tragitto casa lavoro. I lavoratori risparmiano, anzi ci guadagnano pure grazie all’incentivo economico, poi fanno sano movimento. Siamo nella Wellness Valley, tra l’altro.

Poi, l’ambiente ringrazia. L’azione virtuosa dei dipendenti si sommerà alle scelte dell’azienda di rinnovamento della flotta e decarbonizzazione.

Roberto Sacchetti Presidente Start Romagna
Roberto Sacchetti, presidente di Start Romagna


«Ogni anno i nostri mezzi percorrono oltre 20 milioni di km e trasportano 45 milioni di passeggeri. Entro il 2026 prevediamo una riduzione dal 70 al 32% dei veicoli a gasolio e una crescita al 56% dei veicoli a GNC, GNC ibrido (biogas) e GNL (gas naturale liquefatto, meno inquinante degli idrocarburi usati di solito, nrd) per i servizi extraurbani e l’inserimento di veicoli elettrici sui percorsi urbani» spiega Roberto Sacchetti, presidente di Start Romagna. «La responsabilità della transizione verso un modello di trasporto che diminuisca sensibilmente i mezzi privati in strada è generale e i comportamenti singoli offrono un apporto e una testimonianza importanti».

L’app per incentivi e gamification

Partner nel processo virtuoso è Wecity, piattaforma per la mobilità sostenibile.
Per ogni chilometro percorso al lavoratore sarà riconosciuto un incentivo economico di 0,20 euro, da rimborsare nei primi mesi del 2025. Per ogni spostamento valido, sarà calcolata la CO2 risparmiata (1 kg circa ogni 7 km).

Si stimola anche la competizione, grazie a una classifica degli utenti più green, aggiornata in tempo reale e consultabile nell’app Wecity. Per partecipare, si scarica l’app, disponibile su Android e iOS, e s’inserisce il codice indicato nel regolamento. All’iniziativa, partita il 1° maggio e valida fino 31 dicembre, può partecipare tutto il personale impiegato nella sede di Rimini.

Gli ideatori del software per convincerti ad andare al lavoro in bici

«Questo progetto è in linea con l’impegno storico dell’azienda nella salvaguardia dell’ambiente» commenta Paolo Ferri, CEO e fondatore di Wecity, nata come spinoff dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nel 2014 PMI innovativa, poi Società Benefit nel 2020. L’idea dell’impresa, fin dall’inizio, è aiutare gli utenti a cambiare abitudini, favorire gli spostamenti a piedi, in bici e sui mezzi pubblici, a scapito dell’auto privata. E nel contempo fare business. I clienti sono le aziende e la pubblica amministrazione, l’utente non paga, anzi.

Paolo Ferri CEO WeCity
Paolo Ferri CEO WeCity

Con Ferri, altri professionisti che si occupavano di fonti rinnovabili ed efficienza energetica. «Non siamo una startup di ventenni». Nel team ci sono ingegneri nel campo della mobilità sostenibile e del Carbon Trading, sviluppatori con oltre 20 anni di esperienza e professionisti del marketing digitale, del design di applicazioni mobile e della gestione di community digitali. «I clienti hanno cominciato a chiederci di supportarli in ambito mobilità. Non c’era molto, allora. E noi abbiamo realizzato una piattaforma che unisce raccolta dati e gamification, un approccio ludico, con ricompense. Centesimi a km, oppure ore di permesso o servizi, come il carpooling. Premialità molto apprezzate dai dipendenti».

Piattaforma e funzionalità

La piattaforma è composta da un web dashboard, il pannello di controllo, e da un’app. L’utente la scarica e inserisce i dati minimi necessari. Nel caso di Bike To work, si tratta dell’indirizzo casa lavoro e l’iban dove accreditare i pagamenti.

«Tutto veloce e flessibile, grazie a un algoritmo brevettato e certificato per riconoscere il mezzo usato» spiega Paolo Ferri. «Una volta registrato il percorso, riconosce l’intermodalità, calcola la Co2 risparmiata. Il credito di carbonio si può riportare anche in documenti e bilanci di sostenibilità di aziende e Comuni».

Servizi personalizzabili

Il rapporto con le amministrazioni e le aziende si evolve negli anni. «Si parte in maniera snella. Dal primo anno in poi, i dati si usano anche a scopo comunicativo. Poi, nel caso delle amministrazioni, gli insight aiutano a prendere decisioni urbanistiche. Si mappano le città in base alla sicurezza percepita durante gli spostamenti in bici, con indicazioni di colori diverse per le vie, dal rosso al verde. Aziende come Technogym e Amadori usano i dati per fornire servizi più mirati ai dipendenti. Organizzano per esempio flotte di bike sharing aziendali, dalle stazioni all’azienda, per coprire in bici l’ultimo miglio. Altre aziende interagiscono con le amministrazioni per migliorare la sicurezza stradale della zona».

I numeri del business

Team di WeCity
Team di WeCity

L’azienda parte nel 2012, ma il servizio comincia a svilupparsi dal 2015. E la crescita commerciale solo dal 2020. «Prima non ci filava nessuno. Dopo il primo lockdown, c’è stato un salto in avanti dell’approccio da parte di amministrazioni e aziende». Oggi l’azienda ha un centinaio di clienti, più tra le amministrazioni, ma con le aziende in crescita (45%). Il fatturato aumenta del 30-40% ogni anno. Sette persone lavorano a tempo pieno, la sede è a Modena. Ferri però vive a Barcellona, per amore.
«Offriamo anche servizi aggiuntivi, come la comunicazione, l’erogazione di bonus, il coinvolgimento di un circuito di negozianti dove l’utente può spendere i bonus, che i commercianti poi riconvertono in denaro. Il tutto può costare alle amministrazioni e alle aziende nostre clienti dai 3 ai 20mila euro, a seconda della complessità dei servizi erogati. In ogni caso, mobilità sostenibile e bici incrementano l’economia locale. E possiamo quantificarlo».

Criticità?

«I programmi sono accolti con grandissimo entusiasmo: bello essere pagati per un comportamento sostenibile. Certo, quanto più lavoriamo, quanti più progetti avviamo, a tanti più utenti dobbiamo garantire assistenza. Questo richiede tempo, energie e risorse. Un aspetto critico è la privacy: maneggiamo dati degli utenti, che passiamo alle amministrazioni e alle aziende. Serve un Data protection officer dedicato».

Futuro?

«Il nostro è un mercato giovane, in crescita rapida. Bisogna essere agili nell’interpretare i bisogni di aziende e amministrazioni, che si sono svegliate solo negli ultimi 3 anni. Stiamo lavorando a proposte nuove e concrete. I grandi clienti corporate ci chiedono anche di poter integrare nella propria piattaforma web aziendale i nostri servizi. In questo modo la rilevazione dei dati “scala” a livello europeo».

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