Mobilità

Le corsie ciclabili sulle preferenziali si possono fare, ma Roma non vuole

Le corsie ciclabili sulle preferenziali si possono fare, ma Roma non vuole

Per unire due punti “A” e “B” la linea più breve è la retta: un concetto elementare che tutti conosciamo, che però non vale quando si parla di spostamenti in bicicletta a Roma. Prendiamo una strada a caso, Via del Tritone, appena inaugurata dopo un restyling durato oltre un anno con manutenzione straordinaria e allargamento dei marciapiedi: una via in pieno centro storico, a due passi da Piazza di Spagna, che collega Piazza Barberini con Largo Chigi, un ampio corridoio di mobilità che unisce Via Veneto (la strada della Dolce Vita) con Via del Corso, quella dello shopping. In qualunque altra città del mondo sarebbe stato logico e naturale creare le giuste condizioni per percorrerla in bicicletta, ma a Roma no.

All’inaugurazione della riapertura è intervenuto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che nel tweet realizzato per l’occasione ha parlato di “ulteriore tassello di riqualificazione di un quadrante di Roma”. Un quadrante dove però gli spostamenti in bicicletta continuano a non essere adeguatamente incentivati.

La strada è stata completamente rifatta – con un necessario allargamento dei marciapiedi che prima erano davvero molto risicati – ma la direzione a scendere da Piazza Barberini verso Largo Chigi è un’unica e continua corsia preferenziale (anch’essa ampliata rispetto a prima) di oltre 4 metri (non ho avuto modo di misurarla al centimetro, ma la foto è abbastanza eloquente, ndr), dove le biciclette non possono transitare, come mi è stato risposto dall’Agenzia di Roma Servizi per la Mobilità a una mia domanda via Twitter in cui cercavo di verificare come stessero le cose.

Trattandosi di manutenzione straordinaria della strada, secondo la legge 366/1998 doveva essere prevista anche una ciclabile, e cito dall’Art. 10: “Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza”. Cosa che non è stata né pensata né realizzata.

ANCI corsia ciclabile in preferenziale
Un frame del video esplicativo dell’ANCI sulle novità introdotte nel Codice della Strada dal DL Semplificazioni 120/2020

In realtà ci sarebbe la possibilità di creare una corsia ciclabile all’interno di una preferenziale larga almeno 4,30 metri: è una novità introdotta dal DL Semplificazioni 120/2020 (di cui avevamo scritto su Bikeitalia qui) come spiegato anche con un efficace video realizzato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani):

Peraltro l’apertura delle preferenziali alle bici era già adottata in via sperimentale, da molti anni, in città come Bologna.

Invece a Roma – in base al Regolamento Viario approvato con delibera dell’Assemblea Capitolina n. 21 del 16 aprile 2015 – questa novità non è stata recepita e la larghezza necessaria per poter realizzare una corsia ciclabile all’interno di una preferenziale è di almeno 5 metri:

Roma regolamento viario corsia ciclabile in preferenziale di almeno 5 metri

Quindi a causa di un regolamento interno obsoleto di 7 anni fa – superato dalle novità introdotte nel Codice della Strada a livello nazionale 2 anni fa – il Comune di Roma ritiene di non dover realizzare corsie ciclabili in assenza del requisito della larghezza dei 5 metri della preferenziale (il che equivale praticamente a non realizzarle tout court, perché a Roma – a quanto mi risulta – non esiste alcuna preferenziale larga 5 metri con caratteristiche adatte). Se ne deduce che Roma non vuole farle: la mancanza di volontà politica di cambiare la mobilità e dare più spazio alle bici è purtroppo evidente.

Come se non bastasse, la questione Via del Tritone è emblematica di quale sia la vera priorità: non intralciare le auto. Perché, se è vero come è vero che sono stati allargati i marciapiedi, in assenza di parapedonali le auto e i camion delle consegne hanno invaso l’area destinata ai pedoni, parcheggiando in sosta vietata e danneggiando in poche ore la pavimentazione dei marciapiedi, come documentato dal direttore di Leggo Davide Desario con una video-inchiesta che ha fatto il giro del web:

Quindi, ricapitolando, su una strada importante del centro storico come Via del Tritone appena rifatta con ampliamento dei marciapiedi e manutenzione straordinaria di tutto il resto se io sono in bici e voglio andare da Piazza Barberini a Largo Chigi non posso percorrere i comodi e dritti 600 metri in discesa su asfalto drenante e arrivarci in 2 minuti. Perché, essendo la preferenziale vietata alle bici, devo fare a zig-zag o tra i vicoli sul lato sinistro e poi allungare a destra verso Piazza di Spagna facendo 500 metri in più (1,1 km in 4 minuti, al netto di due semafori e sperando di trovarli verdi, ndr); oppure fare più del doppio della strada (1,3 km sempre in 4 minuti) passando per i vicoli dietro a Fontana di Trevi – stretti e in sampietrini – per arrivare a Largo Chigi in bici.

Via del Tritone 600 metri a piedi
Via del Tritone – 600 metri tutti in discesa | 7 minuti a piedi – 2 minuti in bici, ma non si può fare

Una tale assurdità che persino l’ultraciclista romano Omar Di Felice – che attualmente sta compiendo la traversata invernale intorno al Circolo Polare Artico in bicicletta – ha voluto commentarla rispondendo per le rime all’Agenzia di Roma Servizi per la Mobilità:

Un punto di vista che sottoscrivo in toto. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. O, meglio: va aggiunta una corsia ciclabile all’interno della preferenziale di Via del Tritone.

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Commenti

  1. Christian ha detto:

    E fatemi capire una cosa! Rifatta la strada, allargati i marciapiedi, ma le attività commerciali sono state sfrattate e mandate via? No!!?? E quindi il comune e l’investitore hanno pensato ad un punto o più punti di carico e scarico? Noooo, ma come no??? E quindi i camicini delle merci dove si fermano?? Come scaricano?? Attendo risposta!

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Il carico/scarico merci andrebbe regolamentato meglio, soprattutto nel centro di Roma: la situazione dei camioncini delle consegne in doppia fila o in malasosta sul marciapiede è sotto gli occhi di tutti.

  2. Francesco ha detto:

    Se avete voglia di commentare ancora la mobilità romana (e la sua ciclabilità) posso citarvi Via Tiburtina. I lavori sono in fase di esecuzione da anni, ma alcuni segmenti sono completati. Da questa manutenzione straordinaria non è apparsa in alcun segmento una via ciclabile, che almeno dalla stazione metro Rebibbia (non dico dal raccordo anulare, sarebbe troppo bello!) verso il centro sarebbe stata ottima; in primo luogo perché da piazzale del Verano già esiste una pista ciclabile alla quale sarebbe stato possibile congiungersi, in secondo luogo perché tra l’altro si sarebbe potuto prevedere uno svincolo a Ponte Mammolo e un’intersezione con la pista ciclabile di Viale Palmiro Togliatti (già esistente). Un modo per cominciare a collegare le piste ciclabili che a tratti esistono nella città. In ultima analisi l’altimetria di questa zona di Roma è piatta. Secondo me una grande occasione sprecata. Ma tengo a sottolinearlo solo una mia opinione non da tecnico urbanista

  3. Marco ha detto:

    Se volete fare un secondo articolo sulla mobilità romana vedete come hanno riparato il ponte di ferro.
    Il ponte è stato aperto per le auto in tempi record ma la dorsale del Tevere, la ciclabile che taglia Roma, dove tutte le ciclabili nel progetto del comune dovrebbero convergere, è ancora chiusa.

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